Socio fondatore, punto di riferimento nazionale, esempio per le nuove leve: parola a Lucio Berto, colonna storica della nostra sezione

Pubblicato da Matteo Lunardi il

Con il servizio di oggi diamo la parola ad una delle colonne «storiche» della nostra sezione: parliamo di Lucio Berto, 61 anni, per lungo tempo punto di riferimento in ambito nazionale, che è stato pure socio fondatore sia dell’AIA di Este che di Conselve.

Lucio Berto in una bella immagine che lo ritrae alla direzione di un match della Nazionale Piloti di Formula 1

«Sono diventato arbitro a Rovigo nel 1976 ed è stata la fortuna della mia vita, perché mi ha condizionato anche a livello professionalele parole del diretto interessatoI tempi erano diversi, le disponibilità limitate: essere direttore di gara, in un certo senso, ti poneva ad un livello superiore. Ho raggiunto il salto in Regione a 19 anni, ero il più giovane del Veneto: l’Eccellenza ancora non esisteva e c’erano soltanto due gironi di Promozione. In sezione sono stato per sei anni il segretario del presidente Giovanni Morelli, poi ho fatto due mandati nel consiglio direttivo e altrettanti da revisore dei conti, per un totale di sedici stagioni. Giovanni mi ha educato come un padre, trasmettendomi un’impostazione personale che conservo tuttora nella mia vita professionale di dirigente aziendale. Dal punto di vista arbitrale la “selezione” mi ha bloccato in Regione, in quanto eravamo in tanti per pochissimi posti, ma ho continuato come assistente arrivando fino alla CAN C. Nei miei sette anni nazionali ho affiancato diversi arbitri che sono poi diventati fischietti e dirigenti di serie A. Con alcuni di loro conservo ancora oggi un bel rapporto di amicizia: cito ad esempio Roberto Rosetti, Matteo Trefoloni, Paolo Dondarini, Massimiliano Saccani, Tiziano Pieri. L’elenco, per fortuna, è davvero molto lungo».
Tra le numerose esperienze vissute sul rettangolo verde, Lucio ne ricorda una con particolare emozione.
«A fine carriera ho avuto l’opportunità di dirigere un’amichevole di prestigio a Padova tra i piloti di Formula Uno e gli industriali. Anche mio figlio ha fatto l’arbitro: si è fermato a 19 anni in Eccellenza, ma si è laureato in Ingegneria con 110 e lode. Dico questo perché la scuola arbitrale è anche una scuola di vita, che consiglierei a molti genitori: basti pensare che Thomas, con il “piglio arbitrale”, a soli 21 anni ha fondato una start-up in H-Farm a Roncade. Una volta uscito dalla CAN C ho poi sostenuto l’esame di Osservatore Arbitrale, ruolo che svolgo tuttora con successo e passione nelle massime categorie regionali. Spero di poter continuare a lungo per riuscire a trasmettere alle giovani leve la mia positiva esperienza».

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